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Linea 1: | Linea 1: | ||
+ | **Stabilità della trave flessionale a carico assiale** | ||
+ | Nei corsi passati abbiamo visto come si comporta un determinato provino, a caratteristica elastica, sotto carichi di trazione. Si distinguono dunque due grafici di risposta elastica, uno dato dalle σ,ε ingegneristiche e l' | ||
+ | Solitamente, | ||
+ | L' idea è quella di andare da 1 a 0 con lineare elasticità. | ||
+ | La differenza tra le matrici {{: | ||
+ | Allora posso dire che: | ||
+ | |||
+ | {{ : | ||
+ | |||
+ | |||
+ | **Instabilità in MARC, modellazione simil NASTRAN** | ||
+ | |||
+ | Definiamo un sistema di vincoli e carichi per lo step 0, fase //INITIAL LOAD//. | ||
+ | Il MARC calcola la struttura sotto i carichi iniziali dati, ci troviamo nello step 1: punto 1 di riferimento della secante → tira fuori {{: | ||
+ | Per {{: | ||
+ | infine accediamo un //LOAD CASE " | ||
+ | Vediamo un esempio pratico per chiarezza: | ||
+ | si prenda una trave semplicemente incastrata con massa attaccata in estremità | ||
+ | |||
+ | {{ : | ||
+ | Esiste un carico critico associato a un modo deformativo tale che λ<0. | ||
+ | |||
+ | Se siamo certi che λ non cambia di segno, allora posso scartare i λ<0. | ||
+ | * Esempio numerico 1: | ||
+ | |||
+ | {{: | ||
+ | |||
+ | {{: | ||
+ | |||
+ | Se escono | ||
+ | |||
+ | {{: | ||
+ | |||
+ | {{: | ||
+ | |||
+ | ecc.. | ||
+ | |||
+ | la stima per il carico critico {{: | ||
+ | L' autovalore dunque dà il fattore di amplificazione dell' | ||
+ | Il metodo fallisce quando, ad esempio: | ||
+ | |||
+ | {{: | ||
+ | |||
+ | {{: | ||
+ | |||
+ | da questa configurazione si va a {{: | ||
+ | |||
+ | ---- | ||
+ | {{: | ||
+ | Questo metodo ha buona predizione del carico critico se {{: | ||
+ | |||
+ | * Esempio 2: | ||
+ | |||
+ | primo fattore di amplificazione costante {{: | ||
+ | {{ : | ||
+ | |||
+ | Considerando F = 1000 [N] e una trave di rigidezza pari a EJ, ottengo un {{: | ||
+ | Il caso A presenta una deformata laterale con spostamento {{: | ||
+ | Il prodotto scalare tra questi campi di spostamento è esattamente zero, in quanto ortogonali. | ||
+ | |||
+ | * Esempio 3: | ||
+ | |||
+ | nel seguente esempio sono rappresentate due molle unite tra loro da cerniere mobili. Sulla cerniera non vincolata al suolo agisce una forza pari a **F**. | ||
+ | Gli spostamenti concessi avvengono nel piano, quindi in direzione verticale avremo uno spostamento pari a **v** e in orizzontale **u**, abbiamo dunque 2 gradi di libertà. | ||
+ | |||
+ | {{: | ||
+ | Una volta applicata la forza, le due molle inizieranno a comprimersi fino ad arrivare ad un punto in cui la F non serve più perché l' | ||
+ | Possiamo rappresentare graficamente lo spostamento verticale v in funzione della forza F. | ||
+ | |||
+ | {{ : | ||
+ | La curva nel piano v,F raggiunge il punto " | ||
+ | Supponiamo ora di voler calcolare {{: | ||
+ | Questo accade perché lo spostamento sotto caso sarà: | ||
+ | {{: | ||
+ | Mentre nel caso di equilibrio orizzontale: | ||
+ | {{: | ||
+ | I due vettori dunque non sono ortogonali ⇒ l' | ||
+ | Il discorso funziona SOLO se sono in prossimità del punto critico. |